CHI È REMCO EVENEPOEL: L’ASSO DELLA GEN Z DI CICLISMO

Submitted by marco.dimilia on Mon, 09/25/2023 - 13:42
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Erano 10 anni che un ciclista belga non vince la prova in linea maschile dei Mondiali e Remco Evenepoel era il profilo ideale per aggiornare questo record di un Paese così legato al ciclismo come quello europeo: un talento naturale salito sul podio dopo che nel 2012 c’era riuscito per l’ultima volta il Principe Philippe Gilbert e diventando così a 22 anni uno dei più promettenti talenti di un periodo d’oro che le corse su due ruote stanno vivendo. Evenepoel infatti, insieme ad altri talenti incredibili, veste i panni del ciclista più eclettico del gruppo di campioni in erba che stanno dominando in queste ultime stagioni – coronando con la maglia iridata un 2022 che gli ha portato in dote anche una Liegi-Bastogne-Liegi, la Clasica San Sebastian e il successo nella Vuelta. Prima del Mondiale la Vuelta, appunto: Evenepoel ha portato la maglia rossa di leader fino a Madrid, precedendo gli spagnoli Enric Mas e Juan Ayuso, spezzando un vero e proprio tabù – l’ultimo belga a vincere un grande giro era stato Johan De Muynck al Giro d’Italia nel 1978. Uno dei tanti primati che Evenepoel sembra intenzionato a battere, nonostante la sua carriera non sembrava essere indirizzata verso il ciclismo fino a qualche anno fa.

 

Remco Evenepoel, un passato da calciatore correndo dietro a un pallone

Già perché dai 5 ai 16 anni Evenepoel non pensava ai pedali, alle salite da scalare e alle cronometro con tempi record da battere: nato il 25 gennaio 2000 a Schepdaal, una frazione del comune di Dilbeek che dista pochi chilometri da Bruxelles, Remco è entrato all’età di 5 anni nel settore giovanile dell’Anderlecht – la squadra del cuore di papà Patrick, ex ciclista professionista negli anni ’90, che non voleva per il figlio una vita da corridore. Una famiglia controcorrente, che immaginava per il proprio ragazzo una carriera sui prati verdi (e ben più remunerativi) del calcio, visto che il talento anche lì sembrava non mancare a uno di questi ragazzi in grado di eccellere in tutti gli sport che ha provato a praticare nella sua vita. Non una semplice passione per Evenepoel, che a 11 anni lascia l’Anderlecht per trasferirsi al PSV Eindhoven. Tre stagioni in Olanda dove emerge la sua stoffa di predestinato: agonista puro, sotto tutti gli aspetti, Remco trova spazio come terzino sinistro, nonostante potesse giocare anche a centrocampo. Un jolly, una di quelle gemme versatili (come poi ha raccontato anche la sua resa su strada).

 

Calciatore non per caso: le partite in nazionale con il Belgio (anche contro l’Italia)

Le sue doti infatti lo portano a conquistare anche spazio nella nazionale belga, indossando la fascia da capitano in Under 16. Tra le partite giocate, anche una in Italia (su internet circolano delle immagini di un suo contrasto con Raoul Bellanova – attualmente all’Inter. Era il 17 febbraio 2015 quando l’Italia U15 ospitò i pari età del Belgio al centro federale di Catanzaro: nell’undici titolare delle giovani furie rosse c’era anche Evenepoel, che non immaginava certo che sarebbe diventato poi un ciclista.

 

La scelta di cambiare: basta calcio, si passa al ciclismo iniziando subito a vincere 

Evenepoel, che intanto era tornato all’Anderlecht e aveva corso una mezza maratona in un’ora e 16 minuti (un tempo che ben racconta le doti aerobiche di un ragazzo fuori dal comune), anche a causa di un infortunio capisce che forse il calcio non è ciò che gli fa battere il cuore. “Non mi divertivo più”, ha raccontato in un’intervista, con il richiamo dato dalla bici che a casa sua era di famiglia. Il passaggio e la conversione dura pochi mesi e la carriera in sella inizia esattamente il 2 aprile 2017: alla sua seconda gara conquista la 2^ semitappa alla Aubel-Thimister-La Gleize, capisce di non aver perso tempo e grazie alle vittorie diventa da subito irrefrenabile. Una carriera brillante da subito, tanto che il 2018 è l’anno che lo incorona “cannibale” tra gli juniores: un dato per rendere l’idea di quanto riuscì a imporsi – con ben 36 vittorie in 47 giorni di gara. Una serie incredibile di successi, ma ce n’è uno in particolare che ricordano tutti: nella gara in linea agli Europei di Brno compie un’impresa alla Merckx, attaccando al primo giro e vincendo con quasi 10 minuti di vantaggio sul secondo.

 

Il salto tra i professionisti – e le vittorie che non smettono di arrivare

La voglia di bruciare le tappe quindi continua a caratterizzare la sua carriera da sportivo: la Quick-Step di Patrick Lefevere batte la concorrenza di Sky e Mitchelton-Scott e lo annuncia il 25 settembre 2018 come corridore Wolfpack dal 1° gennaio 2019, confermando poi anche tra “i grandi” la sua particolare abitudine – vincere su ogni percorso. Bastano appena sei mesi per ottenere la prima vittoria tra i pro (la seconda tappa del Giro del Belgio, ottenendo poi anche il successo nella classifica generale), ma la vittoria più bella del 2019 è alla Clasica di San Sebastian che segna un record: a 19 anni e 190 giorni diventa il più giovane vincitore di una gara World Tour. Parlando di precocità e di record, Evenepoel ha aggiunto altri tre primati nel solo 2019: l’8 agosto, vincendo l’Europeo a cronometro élite, diventa il più giovane vincitore di questa corsa. Il 25 settembre, invece, conquistando l’argento al Mondiale sempre a cronometro, è il più giovane medagliato di sempre nella rassegna iridata e il primo corridore nella storia a conquistare una medaglia tra gli juniores e l’anno successivo tra gli élite. Si potrebbe andare avanti a lungo, senza però cambiare la sostanza di un ragazzo diverso dagli altri, uno di quelli che paiono destinati a fare la storia di questo sport.

 

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