La Salernitana riparte da Filippo Inzaghi. Il tecnico torna così su una panchina di Serie A dopo l'esperienza con il Benevento terminata nel 2021. Raccoglie in eredità da Paulo Sousa una squadra partita con l'ambizione di una tranquilla salvezza (e magari qualcosa in più) e che dopo otto giornate si trovare penultima a soli 3 punti. Al ritorno in campo dopo la sosta affronterà l'unica squadra oggi indietro in graduatoria, il Cagliari di Claudio Ranieri fermo a quota 2. I campani sono anche la peggior difesa del torneo, con 17 reti subite. Il neo tecnico prova ad andare oltre le statistiche.
"Mi hanno detto: 'Chi te l’ha fatto fare?'. Ho convinto io il presidente, perché non conta la categoria ma volevo l’occasione giusta. Darò tutto me stesso e spero di trasmettere serietà, impegno, voglia di lavorare e rialzarci dopo le sconfitte. Poi serve aggiornarsi, cambiare: ho visto allenatori vincere le Champions e poi essere esonerati. A volte serve fare meno danni possibili e togliere alibi ai calciatori. Sono stato dove mancava tutto e abbiamo tolto alibi, qui abbiamo tutto. I numeri? In questo momento non voglio commentarli, spetterà a me individuare le mosse giuste da fare. Sarò pratico il più possibile. Per me chi non corre sta fuori".
Nella stessa conferenza stampa, il direttore sportivo De Sanctis e il presidente Iervolino hanno poi spiegato il perché della scelta fatta.
"Mi addosso tutte le responsabilità. Ma un presidente che compra il terzo capocannoniere, mantiene la struttura, ha un allenatore internazionale, non ha mai il broncio, porta professionalità, ha un direttore prima criticato e poi beatificato che altro può fare? Poi c'è il rettangolo di gioco, se perdi le colpe vanno a cascata al mister, al ds, al patron. Ce l'ho messa tutta, non mi sembra che abbiamo peggiorato la storia della Salernitana".
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