MOTOGP: BAGNAIA-MARTIN, LA SFIDA PROSEGUE NELLA SPLENDIDA PHILIPP ISLAND

Submitted by mattia.todisco on Fri, 10/20/2023 - 10:19
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Redazione
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Dopo i grandi colpi di scena di Mandalika e la serratissima lotta mondiale tra Bagnaia e Martin, la MotoGP non si ferma e torna subito in pista per la seconda tappa del trittico. Si prospettano altre notti di passioni per gli amanti del Motomondiale, che da venerdì sbarcherà a Philipp Island per il Gran Premio d’Australia, giunto alla sua trentatreesima edizione. Il tracciato australiano, situato sull’omonima isola, è unanimemente considerato dai piloti tra i più belli ed affascinanti al mondo. Sono 4448 i metri che compongono il sinuoso nastro d’asfalto adagiato sul verde delle colline costiere, ricalcandone linee e pendenze lungo le 12 pieghe presenti (di cui 7 mancine). È da questa fusione con l’ondulato terreno sul quale sorge, che il layout di Philipp Island eredita le sue principali caratteristiche: un continuo susseguirsi di rapidi curvoni ad ampio raggio, interrotto da due velenosi tornantini in picchiata, chance per audaci sorpassi. Nella lunga danza fra scollinamenti sarà importante avere tra le mani un mezzo molto stabile e ‘piatto’, in grado di assecondare le lunghe e veloci percorrenze, ma al tempo stesso pronto quando si tratterà di trasferire il carico all’anteriore per affondare i freni nelle staccate più impegnative, un compromesso non semplicissimo da trovare. Vento e pioggia qui sono altre insidie da tenere necessariamente in considerazione, unite al freddo, che può condizionare il rendimento sia degli pneumatici, sia dei dischi freno.

Gli assoluti mattatori del GP d’Australia sono stati Valentino Rossi e Casey Stoner, capaci di aggiudicarsi 6 trofei a testa. Sono invece solamente tre i piloti in attività ad essersi già affermati qui su una MotoGP: Marc Marquez (2015, 2017, 2019), Maverick Vinales (2018) e Alex Rins (2022).

 

Pronostici

Alla MotoGP sono bastate 24 ore per cambiare due volte il volto del proprio regnante. Sorpassi e controsorpassi si sono avvicendati tra Jorge Martin e Pecco Bagnaia per conquistare la leadership del Campionato. Se al sabato la grigia qualifica del Campione del Mondo in carica aveva fatto da preludio all’anonima gara Sprint (conclusa ottavo), mentre il rivale iberico s’involava a conquistare il sesto successo nelle ultime sette gare, strappando così la vetta della classifica all’italiano dopo un recupero monstre di 62 punti, la domenica ha incredibilmente ribaltato tutto. Con una partenza fulminea dalla sesta posizione e 12 giri passati saldamente al comando della gara, la tredicesima tornata costa carissimo a Martin, che dopo lo sporco raccolto in curva 10 per via di una piccola imprecisione, non può niente per evitare la chiusura di sterzo alla curva successiva. Chi è lepre ha la vita in MotoGP, mentre il ruolo da cacciatore sembra stranamente essere quello più comodo. Lo sa benissimo Pecco Bagnaia, tornato finalmente a vincere dopo 56 giorni, partendo dalle 13esima casella e rispedendo in soffitta, a suon di sorpassi e rimonta, tutte le ombre ed i dubbi insinuatisi fra lui ed il feeling con la sua Desmosedici dopo il brutto spavento di Montmelò. Serviva una reazione di spessore per invertire l’inerzia ormai tutta a favore dell’avversario, e questa è arrivata nel momento forse più decisivo e complesso, a sugellare la volontà del Campione di ribattere a quanti già avevano scorto nelle complicazioni dell’ultimo periodo una fragilità insanabile. È innegabile che nei panni del super-favorito, quale in questo momento è tornato ad essere, il talento della VR46Academy faccia fatica a sguazzare, ma quando si tratta di rialzarsi e lottare, la stoffa ed il talento battono forte il pugno. Saranno inoltre da valutare le conseguenze dello sbaglio di Martin: il trend potrebbe invertirsi? Si è rotta la bolla? Qualcosa si incrinerà nella mente di un pilota mostratosi letteralmente imbattibile per circa due mesi? Sembra proprio di no. La sicurezza con cui l’asso di casa Pramac si è presentato alle telecamere nel post-gara è parsa quella di un pilota completamente integro, svelto nel digerire l’errore, consapevole dei propri mezzi e già ampiamente proiettato alla prossima sfida: “Siamo i più veloci” ha ripetuto. Robusto come prima. Certo, ora bisogna tornare e recuperare terreno, perché lo 0 di Mandalika ha donato a Bagnaia 18 punti di vantaggio ed ossigeno, ma con 5 tappe ancora da disputare e 185 punti da assegnare i giochi restano apertissimi.

Il palcoscenico australiano non ha mai fruttato ai due contendenti il sapore della vittoria. Bagnaia vede nel terzo posto dello scorso anno la sua miglior prestazione; si piazzò invece secondo, nel 2019 in Moto2, Jorge Martin. È però opportuno notare quanto il rapporto tra l’alfiere del Ducati Factory Team ed il tracciato di Philipp Island sia migliorato con l’approdo in MotoGP del 2019: se dal 2013 al 2018, nelle classi minori, Bagnaia aveva infatti raccolto come miglior risultato un undicesimo posto e ben 4 ritiri, la musica in classe regina è invece subito cambiata, come testimonia il quarto posto dell’anno d’esordio.

Ad ogni modo restringere la prospettiva ai soli Bagnaia e Martin ci consegnerebbe un quadro troppo incompleto in vista della tappa australiana. La natura di Philipp Island potrebbe infatti favorire lo svilupparsi di gare di gruppo come quella andata in scena lo scorso anno, quando stretti nel fazzoletto di 8 decimi transitarono sotto la bandiera a scacchi ben 7 piloti. Tra questi, in quarta posizione al suo debutto australiano in classe regina, avevano brillato le qualità di un pilota generoso e battagliero come Marco Bezzecchi, sempre particolarmente in sintonia con le piste veloci e protagonista di un weekend eroico in quel di Mandalika, dove a soli 6 giorni dall’operazione alla clavicola destra, il Bez, è riuscito a concludere terzo la Sprint Race e quinto il GP. Con qualche giorno in più di recupero l’alfiere del Team Mooney VR46 ha tutte le carte in regola per intromettersi nella lotta mondiale e togliersi qualche altra soddisfazione oltre alle vittorie in Argentina, Francia ed India. Da tenere in considerazione anche le due Aprilia RS-GP di Aleix Espargaro e Maverick Vinales, piuttosto a loro agio in condizioni di scarso grip e forse le migliori moto in griglia quando si tratta di raccordare in sequenza curvoni ad alta velocità. La lunga trasferta asiatica ci ha inoltre riconsegnato un Fabio Quartararo nuovamente competitivo in sella alla sua M1. La Yamaha paga ancora uno scotto importante nei confronti dei marchi europei, ma con i due podi di India ed Indonesia El Diablo è parso nuovamente poter sopperire ad alcune lacune del mezzo, pur continuando a patire moltissimo nei corpo a corpo, del tutto indigesti alla sua moto.

 

I nuovi orari: sabato il GP, domenica la sprint

Il weekend di Philipp Island si preannuncia speciale anche a causa di un programma del tutto rivisto e assolutamente inusuale. A causa del peggioramento delle condizioni meteo previsto per domenica 22 ottobre infatti, il GP d’Australia è stato anticipato alla giornata di sabato alle 6:10 ora italiana. La gara dunque prende il posto tradizionalmente occupato dalla Sprint Race, che invece è stata posticipata alle 5:00 (ora italiana) di domenica.

 

(Credits: Getty Images)

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