MOTOGP: A VALENCIA L’ULTIMO ATTO DELLA SFIDA BAGNAIA-MARTIN

Submitted by simone.gulli@s… on Sat, 11/25/2023 - 08:17
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Redazione
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È tutto pronto. Scocca l’ora decisiva per il gran finale del mondiale di MotoGP 2023. Sarà, per la seconda volta consecutiva, la settima nella sua storia, il Circuito Ricardo Tormo di Valencia a decidere le sorti del titolo iridato della classe regina, con i ducatisti Pecco Bagnaia e Jorge Martin separati tra loro da 21 punti. Come si è potuto osservare durante le 19 tappe che ci hanno accompagnato sin qui, il netto dominio della casa bolognese non dovrebbe avere problemi nell’imporsi anche sul ‘kartodromo’ della Comunità Valenciana, così soprannominato dai piloti per la sua caratteristica tortuosità. I 4005m che lo compongono si sviluppano lungo 14 curve, di cui 9 a sinistra e 5 a destra. Una danza, come accennavamo, molto sincopata, interrotta da continui angoli stretti a scandire il ritmo della guida. Decisiva sarà la partenza, il nastro d’asfalto della pista è molto stretto e concede una sola traiettoria ai piloti, ragione che rende molto complesso sorpassare.

Fra i centauri in griglia, sono cinque quelli ad aver già calcato il gradino più alto del podio al Ricardo Tormo su una MotoGP. Tra loro l’unico a ripetersi è stato Marc Marquez (2014 e 2019), qui alla sua ultima gara in sella alla RC213V del team Honda Repsol, prima di abbracciare la nuova avventura Ducati in compagnia del team Gresini. Al talento di Cervera si aggiungono: Joan Mir (2020), Franco Morbidelli (2020), Francesco Bagnaia (2021) e Alex Rins (2022).

Pronostici

Il Campione del Mondo in carica ad un passo dalla riconferma, il guerriero Martin a caccia della prima incoronazione fra i grandi. Chiamato a dimostrare lucidità e gestione, Pecco Bagnaia, si presenta ai nastri di partenza dell’ultimo round con un margine di vantaggio di 21 punti sul rivale spagnolo, un bottino notevole messo da parte dopo il Gran Premio del Qatar, in cui l’italiano ha saputo sfruttare le difficoltà del pilota Pramac (decimo al traguardo) causate da una gomma posteriore fallata ed aggiudicarsi così il secondo posto alle spalle della splendente stella di Fabio di Giannantonio. L’aritmetica ci suggerisce che, stando così le cose, a Bagnaia basterebbe aggiudicarsi quattro punti in più dello spagnolo per chiudere i giochi già dopo la Sprint Race del sabato. Martinator, dal canto suo, sarà sicuramente capace di trasformare in ferocia agonistica e determinazione l’ingiustizia dello scorso week-end, con la brace nelle vene di chi non ha nulla da perdere e può solo attingere delle proprie più estreme forze per non smettere di alimentare un sogno. Le Sprint Race sono a netto appannaggio dell’inseguitore, il quale ha da subito messo a frutto la sua esplosività nella specialità delle gare brevi, collezionandone 8 rispetto alle 4 del pilota italiano. Si invertono, invece, i ruoli se andiamo snocciolare i risultati dei Gran Premi: 6 a 4 a favore di Bagnaia. Tuttavia, resta innegabile come nella seconda parte dell’anno Jorge Martin sia stato padrone di una velocità superiore rispetto a quella del numero 1. La pista parla chiaro, con i numeri che recitano, a partire da Misano, 9 vittorie totali (tra Sprint e Gran Premi) portate a casa da Martin contro la sola affermazione indonesiana messa in bacheca da Pecco. Ed il confronto avrebbe potuto aprire una forbice ancora più ampia se solo la troppa foga, unita a strategie errate e lo zampino della Michelin, non avessero sottratto al talento madrileno le tre vittorie nelle domeniche di Indonesia, Australia e Qatar, più che alla portata. In termini di pura velocità espressa, dunque, Jorge Martin ha inferto continui colpi alle certezze del centauro di Chivasso, al quale va però dato atto di non esser mai crollato, con 11 podi messi giù nelle ultime 16 corse, e la sola caduta in India a turbare gli animi. La capacità di rimanere ‘centrato’ da parte di Bagnaia è probabilmente la più grande eredità della fiducia nei propri mezzi maturata dopo il titolo dello scorso anno, quando un suo tratto peculiare era ancora quello di esporsi ad altalene di risultati troppo ampie fra i momenti si ed i momenti no. Ecco, tra questi ultimi, erano certamente da annoverarsi quelli in cui la posta in palio si alza ed inevitabilmente la pressione segue a ruota. Probabilmente le molte difficoltà mostrate nel trovare il feeling con la Desmosedici durante il secondo scorcio di stagione lasciavano trasparire proprio il nervosismo provato di fronte ad un rivale costantemente in bolla a partire dal primo turno di libere del venerdì sui circuiti più lontani e diversi del mondo, ma va riconosciuto, all’allievo di Valentino Rossi, di non aver mai ceduto clamorosamente, mantenendo l’asticella della competitività sempre in equilibrio al di sopra del pericolo. Tuttavia, non possono non tornare alla mente le immagini di Valencia 2022 e Malesia 2018, le gare dei due titoli iridati, quando fra i cordoli abbiamo osservato un pilota ingessato, dai movimenti incerti, pietrificato dal timore di sbagliare sul più bello. Come se la gestione, più che difendere, minasse l’obiettivo.

È di tutt’altra pasta Jorge Martin, caliente, capace di sfaldarsi e ricostituirsi in un batter d’occhio, mai parso incline a patire la tensione e sicuro di sé in ogni situazione. Per contro, alle volte, abbiamo proprio notato questa grande sicurezza trasformarsi in un’irruenza nemica, come se la fiamma ardesse così forte da incenerire la stessa materia da cui prende vita. Tuttavia, avrà proprio bisogno di mettere a ferro fuoco le traiettorie, la pista, la propria scia, il pasionario di Madrid, per sovvertire i risultati di pronostici che lo vedono, inevitabilmente, indietro. L’intento dichiarato giovedì ai microfoni dei giornalisti è chiaro: vincere sabato, vincere domenica. Via i calcoli, è il momento dell’azzardo.

Come detto in apertura, il palmares in classe regina premia Pecco Bagnaia, vincitore nel 2021. Ma nel complesso la storia di Martin a Valencia è più ricca di soddisfazioni: due vittorie tra Moto3 e Moto2 e sei podi complessivi nelle tre classi, di cui gli ultimi due consecutivi in MotoGP.

Parte di questo irriducibile duello tra nature opposte di piloti, potranno, su tutte, essere le altre 6 Ducati schierate sulla griglia. Se gli ordini di scuderia saranno chiari per Enea Bastianini e Johann Zarco, rispettivamente team mate di Bagnaia e Martin, l’amicizia coltivata nella VR46Accademy con Marco Bezzecchi e Luca Marini potrà giocare a favore di Bagnaia, mentre lo spettacolare Fabio di Giannantonio visto in Qatar, appiedato da Gresini per far spazio a Marc Marquez, ha necessità di continuare a mostrare il proprio valore per assicurarsi una sella nel 2024, così come pure Alex Marquez non dovrebbe fare sconti a nessuno qualora gli capitasse tra le mani il passo per una vittoria in MotoGP. La torcida valenciana, infine, potrebbe dare una mano alla maneggevole Yamaha di Fabio Quartararo, così come pure Marc Marquez, alleato di Martin in Qatar, avrà una motivazione extra per lasciare un altro bel ricordo al team con cui ha scritto 10 anni di storia del Motomondiale.

 

Da appassionati, speriamo vivamente di assistere ad uno spettacolo libero, deciso, cioè, dalle sole capacità dei due piloti e non condizionato da fattori esterni. Uno su tutti: le gomme.

Che vinca il migliore!

 

(Credits: Getty Images)

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