GAETANO SCIREA, CLASSE E TEMPISMO

Submitted by greta.torri on Tue, 05/25/2021 - 08:15
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Marco Di Milia
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Quando venne ufficializzato il passaggio alla Juventus, fu il patron dell’uscente Atalanta, Bortolotti, a volerlo presentare di persona a Boniperti. Non succedeva mai nulla di simile nelle trattative di mercato tra giocatori e società, ma in Gaetano Scirea c’erano pregi sportivi e umani unici e rari che non potevano meritare altra accoglienza.

È stato il calciatore elegante della sua Juventus e poi dell’Italia, l’uomo capace di inserirsi al momento giusto non solo per portare avanti il gioco, ma anche per togliere la palla all’avversario senza commettere fallo, in un misto di classe e tempismo che sembrava quasi stridere con l’agonismo del rettangolo di gioco.

Da ragazzino lui sognava Suárez e Rivera, la maglia numero 10, la direzione d’orchestra. Ci è arrivato ugualmente, con la maglia numero 6: direzione della difesa e appoggio al centrocampo e all’attacco”, ebbe a dire Gianni Mura, per descrivere le qualità di un atleta come Scirea.

Dolce, eppure determinato, anche con gli avversari più complicati. Al Sant’Elia di Cagliari, nel ’72, si imbatte in Gigi Riva, fermando il cannoniere in uno 0 a 0 tra Cagliari e Atalanta. “Quel taciturno lì ne farà di strada”, commentò a fine partita Rombo di Tuono, già capace di vedere per quel ragazzo tanto riservato un futuro pieno di grandi avventure e imprese straordinarie. E infatti fu proprio da una sua intuizione a Madrid, contro la Germania Ovest, che si portò a compimento una delle pagine più osannate del nostro calcio.

“Scirea… Bergomi, Scirea… Tardelli… gol, gol Tardelli, raddoppio…”. Il resto è entrato di diritto nella storia non solo del pallone, ma dell’Italia tutta. Insieme, una vecchia tradizione di catenaccio, un vantaggio già insaccato, ma anche la voglia irrefrenabile di un difensore di spingere ancora e ancora quel momento di grazia. Portando così a compimento l’urlo irripetibile di Tardelli per farlo coincidere, infine, l’urlo di un’intera Nazione.

Dal senso di gioco di Gaetano Scirea ha preso forma la moderna concezione del ruolo del libero. Un rivoluzionario del calcio dotato di un senso tattico tale da passare quasi inosservato, ma fondamentale per l’assetto della squadra. Con la lealtà, la passione e la correttezza di un galantuomo che in che in più di 700 partite non ha mai subito una sola espulsione.

In occasione del suo compleanno non possiamo che dirgli grazie di tutto.

 

(Credits: Getty Images)

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