La finale di Europa League tra Villareal e Manchester United si giocherà nello stadio Lechia Gdansk di Danzica alle 21. I Red Devils hanno eliminato la Roma in semifinale e cercheranno di portare a casa il secondo trofeo di questa competizione dopo la vittoria nel 2016/17, quando sulla panchina della squadra di Manchester c’era José Mourinho. Per il Villareal si tratta invece della prima finale in una competizione europea che vale doppio. Infatti, in caso di vittoria, oltre alla gloria dell’impresa, guadagnerà un posto nella prossima Champions League.
GOL O NO GOL: QUESTO È IL DILEMMA
Solskjaer farà gli scongiuri del caso, ma è un dato di fatto il trend negativo dei club inglesi contro gli iberici nelle finali europee: nelle ultime nove occasioni in cui una squadra spagnola ha affrontato un’avversaria oltremanica in una finale (inclusa la Supercoppa), il club spagnolo ha vinto la partita. Non dovremmo comunque aspettarci corride e tanti gol, poiché gli scontri diretti tra Villareal e United sono storicamente molto “chiusi”. Negli ultimi quattro incroci, tutti disputati in Champions League, il risultato finale è stato sempre 0 a 0. È da tenere comunque presente che le ultime sei finali di Europa League hanno registrato una media di 4 gol a partita. Pioggia di gol o saracinesche abbassate?
PRIMO TEMPO IN CASSAFORTE PER GLI IBERICI
Gli ultimi sette gol del Villarreal in Europa League sono arrivati nel primo tempo e durante questa campagna europea non è mai andata in svantaggio al termine dei 45 minuti (a fine primo tempo: 8 vittorie, 5 pareggi — esclusa una partita decisa a tavolino). Inoltre, il Sottomarino giallo ha subito il gol di apertura solo in una delle ultime otto partite tra tutte le competizioni.
DIAVOLI ROSSI ALLA RISCOSSA NELLA RIPRESA
Se gli spagnoli sono specialisti del primo tempo, il Manchester United è devastante nella ripresa. Non è un caso che 13 dei 18 gol realizzati in Europa League siano arrivati proprio nella seconda fase di gioco. Ancora più nel dettaglio, 11 marcature sono state realizzate dopo il 70° minuto e considerato le débâcle recenti degli avversari, come la vittoria in Liga del Real Madrid arrivata nelle battute conclusive, non è un’ipotesi da scartare.
DA CAVANI A POGBA
Edinson Cavani ha segnato cinque gol e fornito due assist in soli 247 minuti in Europa League questa stagione, partecipando attivamente a un gol ogni 35 minuti. Nel palmares dell’uruguagio manca un titolo europeo e proverà a dare il suo contributo alla causa supportato da un altro top player come Bruno Fernandes. Il trequartista portoghese è l’uomo in più del Manchester, capace di mettere a segno 28 reti e fornire 17 assist ai compagni. Tra Champions e Europa League quest’anno ha contribuito a 14 gol in 14 presenze, praticamente fondamentale per i successi dei Red Devils. Chissà invece se Paul Pogba realizzerà un altro gol in finale di Europa League dopo l’importante marcatura del 2017 contro l’Ajax che spianò la strada agli inglesi verso il trofeo.
EMERY SOGNA LA QUARTA EUROPA LEAGUE
Unai Emery, da specialista della competizione, si sfrega le mani in attesa di posarle sulla quarta Europa League della sua carriera. Non si tratta di un numero scontato, visto che nella classifica dei coach supererebbe un certo Giovanni Trapattoni, fermo a 3 Coppa UEFA/Europa League. Ma il lavoro del mister sarebbe stato di gran lunga più complicato senza un giocatore come Gerard Moreno, cercato anche dall’Atletico Madrid fresco campione di Spagna per rinforzare l’attacco. Il centravanti spagnolo porta in dote 29 gol, risultando leader di squadra anche nella classifica assist con 11 passaggi decisivi. Attenzione però a due vecchie volpi che orbitano nell’attacco iberico: Carlos Bacca ha conquistato due Europa League con la maglia del Siviglia sotto la guida di Emery, realizzando anche una doppietta nella finale del 2015; Paco Alcacer non avuto fortune in ambito europeo, ma rimane un attaccante con il fiuto del gol con 5 marcature che hanno aiutato il Sottomarino giallo ad arrivare in finale.
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