EUROPEI | AZZURI: I NUMERI DELLA NAZIONALE

Submitted by greta.torri on Thu, 06/10/2021 - 13:46
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Marco Di Milia
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Manca dal tetto d’Europa dal 1968, praticamente una vita fa. Quella di oltre mezzo secolo fa era la nazionale di Albertosi, Facchetti, Burgnich, De Sisti, Rivera, Mazzola, Prati e Riva, l’unica ad aver centrato nella lunga storia azzurra l’obiettivo dell’Europeo. Eppure, la nuova rappresentativa messa a puntino da Roberto Mancini potrebbe dare più di un filo da torcere alle grandi super favorite del torneo, come il Belgio di Lukaku e la Francia di Mbappé.

Presentate quindi le convocazioni per il primo campionato itinerante del Vecchio Continente, nonché la 16° edizione della manifestazione voluta dall’ex arbitro Henri Delaunay che sognava un’Europa capace di darsi battaglia solo dentro i limiti imposti dal campo di gioco, la nostra squadra è una buona combinazione di giovani promesse e solide realtà e finora si è dimostrata bene oliata nel portare a casa risultati più che utili.

Roberto Mancini nelle sue prime 32 partite in azzurro ha raccolto l’ottimo piazzamento di 23 successi e 7 pareggi, portandosi al primo posto tra gli allenatori italiani più vittoriosi di sempre, con la speranza che il trend resti esattamente lo stesso anche nelle prime partite del Gruppo A, che l’Italia condivide con Galles, Svizzera e Turchia. Proprio con quest’ultima poi, si darà inizio allo strano Euro2021, dopo lo stop forzato dell’anno precedente. Ulteriore curiosità è che la sfida con la Turchia ha rappresentato il debutto della nostra nazionale al campionato europeo. Era il 1964 e gli azzurri, pur non qualificandosi alla fase conclusiva in Spagna dove erano previste solo semifinale e finale, vinsero per la bellezza di 7 a 0.

La rosa ha già subito un paio di buoni scossoni, con l’iniziale inserimento di Gianluca Mancini, Matteo Politano e Matteo Pessina, ma il Mister ha poi optato un cambiamento in favore di Giacomo Raspadori, giovane attaccante del Sassuolo, per poi richiamare l’atalantino Pessina dopo il KO di Stefano Sensi, costretto a lasciare il ritiro di Coverciano per via di un preoccupante stiramento agli adduttori, accompagnato da una conseguente prognosi.

La lista dei convocati si compone in questo modo di 26 giocatori, così selezionati:

Portieri: Donnarumma (-), Meret (Napoli), Sirigu (Torino).

Difensori: Acerbi (Lazio), Bastoni (Inter), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Di Lorenzo (Napoli), Florenzi (Paris Saint Germain), Spinazzola (Roma), Toloi (Atalanta).

Centrocampisti: Barella (Inter), Cristante (Roma), Jorginho (Chelsea), Locatelli (Sassuolo), Pellegrini (Roma), Pessina (Atalanta), Verratti (Paris Saint-Germain).

Attaccanti: Belotti (Torino), Berardi (Sassuolo), Bernardeschi (Juventus), Chiesa (Juventus), Immobile (Lazio), Insigne (Napoli), Raspadori (Sassuolo).

Se la formazione e gli schemi tecnici sono ancora tutti nella nebulosa astrale delle supposizioni, pochi invece sembrano essere i dubbi su un reparto difensivo che vede tra i pali Gigio Donnarumma – il quale, dopo la conclusione della querelle semi-infinita col Milan pare molto vicino agli ambienti del PSG -, protetto da Bonucci e Chiellini, con Florenzi a destra e Spinazzola a sinistra.

Il modulo forse più accreditato pare essere quello del 4-3-3, composto da Donnarumma; Florenzi, Bonucci, Chiellini, Spinazzola; Verratti, Jorginho, Barella; Chiesa, Immobile, Insigne. In più, oltre al già sperimentato tandem Immobile – Belotti, il Commissario Tecnico potrebbe sfruttare a buon titolo la carta Raspadori.

Nessun dubbio invece per il ruolo di capitano, affidato a Giorgio Chiellini. Il difensore della Juventus è il giocatore con il maggior numero di presenze all’attivo, 106, ovvero il 7° della classifica generale, di poco davanti al compagno di reparto, anche in bianconero, Leonardo Bonucci, fermo a quota 101.

A prendere invece la responsabilità della maglia numero 10 che fu di Facchetti, Rivera, Baggio, Totti e Del Piero, sarà Lorenzo Insigne, mentre quella numero 1 andrà a Sirigu, avendo il titolare Donnarumma scelto curiosamente la 21. Ancora, il 17 come da tradizione a Immobile, il 9 a Belotti, l’11 a Berardi, il 14 a Chiesa e il 22 per l’ultimo arrivato Giacomo Raspadori.

Per lo spauracchio dei rigori, infine, che un paio di colpi al cuore dei tifosi sono sempre pronti a concederli, Roberto Mancini può fare affidamento su un tiratore scelto come Jorginho, fresco campione d’Europa con il suo Chelsea.

Il Mister quindi ha costruito il gruppo partendo dalla ferma volontà di restituire all’Italia quel coraggio e quella bellezza che negli anni sembrava essersi smarrita in troppi passi falsi. Non a caso, in un mix di carisma e determinazione. Non ha caso, oltre a quelle divise che prendono ispirazione direttamente da quelle indossate a Spagna ’82 dal mitico Bearzot, al suo primo discorso ha ammesso che “L’entusiasmo lo restituisci con il coraggio e la ricerca della bellezza in campo”. La nazionale di oggi è una squadra con il volto di ventisei ragazzi che mescolano insieme talento e disciplina, convocati assecondando un progetto di rinnovo e di rottura col passato per offrire finalmente un nuovo futuro al nostro calcio. L’obiettivo naturale è quello di riportare la compagine azzurra nelle grandi competizioni internazionali, non ultima quella del Mondiale 2022 in Qatar. Ma per arrivare lì in cima al mondo, c’è prima l’Europa da conquistare.

Quel titolo è stato finora raggiunto solo una volta e ora è forse arrivato il momento buono per riprovarci.

(Credits: Getty Images)

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