L’ALTRA PARTITA PIÙ BELLA DEL MONDO, “LA BATTAGLIA DI SIVIGLIA”

Submitted by greta.torri on Tue, 06/15/2021 - 15:16
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Marco Di Milia
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Se nella memoria collettiva, “Italia-Germania 4 a 3” è la partita per antonomasia, ce n’è un’altra che i Tedeschi ricordano più volentieri. È passata agli annali come “La Battaglia di Siviglia” e l’iperbole guerresca, una volta tanto, non pare eccessiva.


È il 1982, si gioca al Ramón Sánchez Pizjuán l’accesso alla finale dei Mondiali di Spagna. Sul campo si incontrano e si scontrano due scuole di pensiero: quella tedesca, scolpita sulla prestanza fisica, e quella francese, cesellata sulla tecnica e il bel gioco.


La Germania parte meglio e sovrasta i Galletti, timidi e spesso rintanati nella propria metà campo, finché Littbarski prima colpisce una traversa e poi realizza su corta respinta del portiere dei Blues. Le Roi, Michel Platini, si mette in proprio e pareggia su rigore, ma a lungo andare la prepotenza teutonica ha la meglio, soprattutto quando l’estremo difensore Harald Schumacher attenta alla vita di Patrick Battiston che esce dal campo con un trauma cranico e due denti in meno.


“Stava correndo verso la mia porta e poco fuori l’area di rigore tocca la palla in corsa e la fa ballonzolare in avanti. Io non ero già più lì, ero addosso a lui, lo avevo abbattuto con un colpo d’anca quando era troppo tardi per prendere il pallone e ancora troppo presto per pentirsi. La palla era fuori e quella era la prima cosa che davvero mi importava. La cosa che conta nel calcio è spaventare l’avversario. L’attaccante deve pensare che il portiere sia un drago volante, che io sia agile come un diavolo. Non poteva essere Battiston il primo a cui fare un’eccezione; gli andai dritto addosso perché in quel momento mi interessava soltanto difendere la mia porta”.


Eppure, dopo quel tremendo corpo a corpo, ai supplementari la Francia trova nel giro di cinque minuti prima il gol del vantaggio con Trésor e poi triplica con Giresse. 3 a 1 e partita che sembra in ghiaccio già al 98°. Ma i rovesciamenti di fronte sono continui, quasi schizofrenici: uno zoppicante Karl-Heinz Rummenigge, entrato al 97°, realizza il 3-2 e Klaus Fischer, in plastica rovesciata allo scadere, prenota la lotteria dei rigori.


Il biglietto vincente in ultimo tocca alla Germania, che chiude 5 a 4 la straordinaria rimonta.


Tra una lacrima e un ghigno beffardo, il re francese Platini capitola e ammette la sconfitta. Si consola con la solita scrollata di spalle, al ricordo della “più bella partita della mia carriera” e, di certo, della vita di molti, molti tifosi Tedeschi.

(Credits: Getty Images)

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