MARADONA, MITI DA PIBE

Submitted by greta.torri on Thu, 07/08/2021 - 08:23
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Marco Di Milia
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Ognuno ha i suoi idoli, anche un campione senza pari come Maradona. La storia del Pibe racconta di un simbolo eletto a icona religiosa che non ha mai fatto mistero delle proprie passioni, esattamente come un comune tifoso, tra poster in cameretta e sogni mai davvero impossibili per essere realizzati.


Durante i Mondiali di Russia 2018, le sue immagini agli stadi di Mosca e San Pietroburgo, da supporter dell’Argentina, hanno fatto il giro del mondo, così come, molti anni prima, la foto che lo ritraeva insieme ai Queen durante un concerto della band a Buenos Aires.


Era il 1981, quando un Dieguito non ancora Dios, ma già considerato una delle migliori promesse del calcio in circolazione, si presentò sul palco di Freddie Mercury e soci. Da bravi calciatori si scambiarono le magliette e il baffuto cantante si prese, senza pensarci su due volte, quella albiceleste con il numero 10 sulle spalle. Eppure, non sempre gli è stato possibile raggiungere con facilità i propri beniamini. Solo qualche anno prima, aveva tentato di forzare un cordone di sicurezza per avvicinarsi a Raffaella Carrà, all’epoca all’apice del successo in America Latina.


Proprio la showgirl italiana è stata da sempre uno dei suoi grandi miti, con la quale poi, avrebbe anche stretto una bella amicizia. Ai tempi però, per quel gesto un po’ avventato, Diego finì in prigione per una notte. Purtroppo per lui, il classico “Non sapete chi sono io” non ebbe alcun effetto con la polizia argentina, ma non gli fece abbondonare l’amore incondizionato che nutriva per la Raffa Nazionale, tanto da volerle consegnare di persona, una volta diventato un campione di livello internazionale, la propria divisa di gioco.


Ancora, nei leggendari anni a Napoli, Maradona, trasfigurato a suon di gol nel santo condottiero di una città intera, non si fece mancare nemmeno un duetto con Pino Daniele, cantando insieme “Je so pazzo”, senza nascondere un pizzico di timidezza. Perché Diego, nonostante le folle osannanti che riusciva a trascinare con sé a ogni dribbling ha sempre conservato quello stesso animo pieno di spensieratezza e generosità che aveva da ragazzino quando riusciva a intrufolarsi tra gli spalti della Bombonera, in un misto di entusiasmo e incredulità. Andando così, con le sue passioni, ben oltre il mito di un calciatore capace di scrivere pagine indelebili di storia. Non solo calcistica, come ogni leggenda che si rispetti.

(Credits: Getty Images)

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