EUROPEI | DA MALTA ALLA SCOZIA, L’EUROPA SI SCOPRE AZZURRA

Submitted by greta.torri on Wed, 07/14/2021 - 14:00
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Marco Di Milia
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Dopo un mese di EURO 2020, la verità è che quel motivetto che per inglesi era diventato ormai un mantra “It’s coming home”, è tornato indietro come un boomerang trasformandosi in un caustico “It’s not coming home”. Esattamente come venticinque anni prima, quando alle prese con l’Europeo del 1996, si credeva che quella sarebbe stata finalmente l’occasione buona per la Rappresentativa dei Tre Leoni. Eppure, ancora una volta, il ritornello tanto trombonato al mondo intero dai sudditi di Sua Maestà ha sancito una clamorosa débâcle alquanto dura da mandare giù, soprattutto quando sembrava essere già messo in bacheca un nuovo trofeo internazionale a far compagnia a quella solitaria Coppa del Mondo, conquistata in casa nel lontano 1966.


Una sconfitta che ha messo l’Inghilterra tutta, tra supporter, commentatori, sportivi, divi, starlette e Royal Family compresa, di fronte alla più amara delle realtà: i 12 chili della Coppa Delaunay, per altro di produzione italiana, sono andati dritti dritti nelle mani di un avversario che non ha mancato di sbeffeggiare per quasi un’intera settimana.


Quello che è successo poi, da un gol di Luke Shaw al 2° minuto già festeggiato come quello del colossale trionfo, passando per il pareggio di Leonardo Bonucci nel secondo tempo fino alla parata conclusiva di Gigio Donnarumma, ha smontato pezzo per pezzo una spavalderia che non aveva risparmiato proprio nessuno.


Perciò, all’indomani del match, il quotidiano scozzese “The Independent” ha pubblicato in copertina un’immagine di Mancini nei panni di William Wallace-Braveheart, con tanto di didascalia che recita “Salvaci Roberto, sei la nostra ultima speranza!”. Subito dopo la sconfitta di Kane e soci, invece, l’ambasciata irlandese ha ribaltato la geografia delle isole britanniche con uno scherzoso tweet dal proprio account ufficiale che inseriva l’Irlanda in pieno Mar Mediterraneo, tra la Sicilia e la Sardegna, descrivendo la nuova collocazione con il buffo proclama: “Dopo un intenso weekend di canottaggio abbiamo sistemato le cose. Forza azzurri!”.


E poi non sono nemmeno mancate le manifestazioni di gioia che, un po’ per vicinanza, simpatia o semplice retaggio storico e culturale, hanno accompagnato la grande impresa azzurra. A San Marino, infatti, la vittoria è stata salutata nelle piazze della Repubblica del Titano a suon di striscioni, bandiere e dell’immancabile “Po po po po”. E così è stato pure tra le vie di Bastia e Porto Vecchio, in Corsica, dove a più riprese è stato intonato un Inno di Mameli con un curioso accento che non nascondeva una cadenza francese. Ancora, scene di entusiasmo fatte di cori e caroselli sono apparse tanto a Malta quanto tra le fila dei “rivali” svizzeri, a Lugano e nel Canton Ticino, per una vittoria che nella bolgia di Wembley sembrava del tutto difficile da acciuffare.


L’Italia di Mancini ha così sfatto sventolare il tricolore un po’ ovunque, segno che l’affiatamento e la motivazione messi in campo dagli azzurri hanno superato di slancio i confini dello Stivale, rendendo per una notte – e forse anche qualche per giorno in più – un po’ italiano anche chi non lo è per passaporto. Così, Mancini, Vialli, Evani, e, ovviamente, Chiesa, Donnarumma, Spinazzola, Insigne, Bonucci, Chiellini e tutti gli altri eroi dell’Europeo 2020 hanno permesso di strombazzare in un’Europa, adesso un po’ più unita sotto i colori della nostra nazionale, quell’eccesso di baldanza che all’Inghilterra, a ben vedere, non ha giovato affatto.

(Credits: Getty Images)

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