SERIE A, I SOLDI SONO SEMPRE PIÙ STRANIERI

Submitted by Anonymous on Fri, 09/03/2021 - 15:17
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Redazione
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Il 2 maggio 2021 potrebbe rappresentare uno spartiacque per il calcio italiano, come e più del 15 aprile o del 27 settembre 2011, le rispettive date dell'annuncio del closing e del passaggio di consegne ufficiale all'allora nuovo presidente della Roma, Thomas DiBenedetto. Quattro mesi fa l'Inter ha conquistato lo scudetto e Steven Zhang è stato il primo patron straniero a vincere in Serie A. La proprietà cinese del club nerazzurro ha rotto il ghiaccio, insomma, mentre dieci anni prima furono gli americani che irruppero nella capitale ad aprire una nuova era.

SERIE A MADE IN USA

Il paradosso, ammesso che lo sia, è che siano stati i cinesi a rompere il dominio degli Agnelli e della Juventus, sebbene la maggioranza di proprietà straniere in Serie A venga dal Nord America. Oggi, infatti, sono ben sette i club nelle mani di società non italiane e l'Inter è l'unica eccezione: il Milan, che pure Berlusconi aveva ceduto a Li Yonghong (anche lui cinese), oggi appartiene al fondo Elliott, fondato a New York da Paul Singer. La Roma è passata negli anni da DiBenedetto a Pallotta fino all'attuale proprietà, sempre statunitense, con il gruppo Friedkin al comando dopo aver rilevato il club per 591 milioni di euro. Prima ancora era arrivato Rocco Commisso, il cui nome era stato accostato anche al Milan: americano di origini calabresi, nel 2019 scelse la Fiorentina mettendo fine all'era Della Valle, e sta investendo sempre di più sul mercato cominciando a mostrare la propria forza economica. Meno noti al grande pubblico sono Duncan Niederauer, Robert Platek e Joey Saputo, rispettivamente numeri uno di Venezia, Spezia e Bologna: il primo, newyorchese, è in Italia dal 2015 e presidente dal 2020; il secondo ha acquistato lo Spezia a febbraio per circa 40 milioni di euro e ha subito festeggiato la salvezza; Saputo, infine, è l'unico canadese del gruppo, patron del Montreal in Mls, che arrivò in Italia insieme a Tacopina e poi è rimasto solo, finora centellinando le spese nonostante un patrimonio stimato di 5 miliardi di dollari.

ITALIA E PREMIER LEAGUE: LE DIFFERENZE

In Premier League la proprietà straniera è di fatto la regola, con provenienze più variegate e disponibilità superiori: lo sceicco Mansour, il magnate russo Abramovich e gli americani Glazer hanno portato in alto Manchester City, Chelsea e Manchester United, come i thailandesi del Leicester. Qui in Italia, anche per colpa di un sistema diverso e di incassi minori per i diritti tv, investitori simili non sono ancora arrivati e lo stesso Suning ha avuto problemi di liquidità all'Inter. Più facile vedere stranieri in categorie inferiori che potenze da Champions League: il Como è in mano agli indonesiani, il Parma all'americano Krause, Tacopina è tornato in Italia rilevando la Spal. Nulla di strano: è il capitalismo globalizzato e le società di calcio, banalmente, sono aziende. Chi ha i soldi (più spesso all'estero che in Italia) le acquista e prova a guadagnarne di più.

(Credits: Getty Images)

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