EUROVOLLEY ITALIA-SERBIA, LA BANDA DI FEFÈ GIOCA SENZA PAURA

Submitted by Anonymous on Thu, 09/16/2021 - 12:31
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Redazione
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Come ti cambio la vita in un mese. Fefè De Giorgi potrebbe scriverci un trattato, anche se le pagine più belle si spera debbano ancora andare in stampa. Perché l’Italia che è risorta dalle ceneri di Tokyo, arrivando a giocarsi una semifinale europea che mancava da 6 anni, è probabilmente una delle nazionali a cui l’opinione pubblica dava meno credito. La rifondazione post Olimpiadi è stata rapida e indolore, i risultati sorprendenti e tali da giustificare un entusiasmo e un’ammirazione  riconosciuti in tutto il continente. È l’Italia dei giovani, dei ragazzi che non sentono la pressione e giocano liberi e sciolti, una nidiata di belle speranze senza nulla da perdere. Il mix che si è creato ha prodotto risultati eccelsi, con un filotto di 7 vittorie (e appena due set lasciati per strada, uno peraltro nell’ininfluente sfida con la Repubblica Ceca) che pone i baby terribili di De Giorgi alla stregua di un’autentica mina vagante. La Serbia campione in carica, e prossima avversaria in semifinale, è già stata debitamente avvisata.

GIOVANI MA CON LE IDEE CHIARE

La nuova nazionale ha avuto pochissimo tempo per imparare a conoscersi: De Giorgi ha lavorato a Mantova da fine luglio con una rosa allargata alla quale si sono aggiunti a metà agosto 6 reduci dai giochi di Tokyo (Giannelli, Lavia, Galassi, Anzani, Michieletto e Sbertoli), tutti arruolati in vista della campagna europea. Un paio di test amichevoli col Belgio a fine mese hanno rappresentato l’unico banco di prova prima della rassegna continentale, tanto che proprio le gare del girone eliminatorio (specie le prime due contro Bielorussia e Portogallo) hanno rappresentato una sorta di ulteriori test per accrescere l’intesa di squadra. La nuova nazionale poggia sulle mani solide di Simone Giannelli, capitano e leader “spirituale” al netto dei soli 25 anni che ne fanno un totem a livello internazionale, trattandosi di uno dei migliori palleggiatori al mondo. La rivelazione dell’estate risponde invece al nome di Alessandro Michieletto, figlio d’arte (il papà Riccardo fu tra i protagonisti dei trionfi di Parma sul finire degli anni ’80) ma in grado sin d’ora di porsi come il nuovo grande punto di riferimento del volley italiano, nonostante la carta d’identità dica che il traguardo dei 20 anni verrà toccato solo il prossimo 5 dicembre. Michieletto è lo schiacciatore di punta di un collettivo nel quale in tanti riescono a esaltarsi: Daniele Lavia, 22 anni il prossimo 4 novembre, è cresciuto nel corso del torneo, divenendo un incubo per i malcapitati tedeschi nel corso di un quarto di finale dominato dal primo all’ultimo scambio. Giulio Pinali, al primo grande appuntamento internazionale, è l’opposto che ha il compito di far dimenticare in fretta Zaytsev: il suo Europeo è stato un po’ ondivago, ma nella gara con la Germania è tornato quello dirimpettaio delle prime gare. E che dire della coppia di centrali: Simone Anzani e Gianluca Galassi sin qui non hanno tremato di fronte a niente, stampando muri a ripetizione e offrendo prestazioni solide e convincenti, anche (e soprattutto) al servizio. Chi ha impiegato poco a salire di livello è stato infine il libero Fabio Balaso, che ha trasformato la delusione per la mancata convocazione alle Olimpiadi in pura rabbia agonistica. In generale, l’Italia nelle prime 7 gare ha viaggiato col 50% in attacco e il 55% in ricezione. Solo a pensarlo un mese fa chissà in quanti l’avrebbero ritenuto possibile.

QUALITÀ ED ESPERIENZA DA VENDERE

La Serbia al contrario ha avuto un andamento un po’ meno lineare nel torneo, pur collezionando una sola sconfitta contro la Polonia, grande favorita per la vittoria finale, nella terza giornata del girone della prima fase e al termine di un’autentica battaglia conclusa al tiebreak. Ma la Serbia vista all’opera nei quarti contro l’Olanda, spazzata via con un netto 3-0, somiglia tanto alla squadra che due anni fa conquistò il titolo nella finalissima contro la Slovenia. Un collettivo molto più esperto rispetto agli azzurri nel quale spicca ancora il 38enne Uros Kovacevic: il laterale di Trento, MVP di EuroVolley 2019, è tornato a dominare con una prestazione di straordinaria efficacia (15 punti, 63% in attacco, 71% in ricezione), ben spalleggiato dall’opposto Drazen Luburic che nelle gerarchie di coach Boban Kovac ha superato Bata Atanasijevic, ormai ex schiacciatore di Perugia (dalla prossima stagione allo Skra Belchatow, in Polonia). Due gli osservati speciali, entrambi noti al pubblico italiano: la coppia di centrali composto da Marko Podrascanic e Srecko Lisinac, entrambi di stanza a Trento, è quanto di più temibile si possa incontrare oggi su un parquet continentale. Senza dimenticare lo schiacciatore Marko Ivocic, a sua volta uno dei giocatori più utilizzati da Kovac.

IL PASSATO RECENTE DICE ITALIA

Sia i serbi che l’Italia arrivano alla semifinale dopo aver disputato la miglior gara del torneo proprio nei quarti di finale. L’ultimo precedente tra le due nazionali è datato agosto 2019, quando nella finale del torneo pre olimpico di Bari gli Azzurri di Blengini vinsero nettamente per 3-0. Se poi si volesse allargare il fronte al volley rosa, la recente finale degli europei femminili è ancora impressa nella memoria di tanti appassionati, con le ragazze di Mazzanti capaci di battere a domicilio le campionesse in carica. I ragazzi di De Giorgi non hanno nulla da perdere: magari il pronostico inizialmente non penderà dalla loro parte, ma quella vista a EuroVolley 2021 è una nazionale che induce a sognare.

(Credits: Getty Images)

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