LA NUOVA DAVIS ANCORA NON CONVINCE: VIA AGLI SPAREGGI

Submitted by Anonymous on Fri, 09/17/2021 - 11:39
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Redazione
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C’era una volta la Coppa Davis. Che invero è ancora sulla piazza, strattonata da una parte all’altra del campo come una vecchia pezza da piedi e con una versione che somiglia più a un vecchio carrozzone che non alla competizione che ha ammaliato tennisti e appassionati per decenni. La Davis dell’Italia che vince in Cile nel 1976, scendendo in campo con la maglia rossa nel Paese di Pinochet. O quella dei match che durano anche più di 6 ore, perché essendo al meglio dei cinque set a volte bisognava andare a letto e ripresentarsi la mattina seguente: ne sanno qualcosa McEnroe, Wilander, Stepanek, Karlovic (che arrivò a mettere 78 aces in una partita!), Wawrinka e pure Mayer-Souza, protagonisti nel 2015 di un quinto set infinito terminato 70-68 (ah, se ci fosse stato il tiebreak…). Una coppa dal fascino unico, smontata in mille pezzi e ricomposta un po’ alla carlona nel 2018 quando il fondo Kosmos gestito da Gerard Pique, di mestiere calciatore del Barcellona (e appassionato tennista), ha pensato bene di ridarle lustro (sigh!) con una formula definita “al passo con i tempi”. In soffitta i tradizionali 4 week-end all’anno, sostituiti da una fase finale di una settimana con sede unica (quest’anno saranno tre e la durata è salita a 10 giorni)  con 6 gironi da tre squadre e un tabellone a eliminazione diretta dai quarti di finale. Il tutto col placet dei giocatori, che preferiscono condensare il tutto nel medesimo lasso di tempo di un torneo Masters 1000, anche se non mancheranno forfait e defezioni. Con buona pace del fascino e della storia.

TORINO SEMPRE PIÙ CAPITALE DEL TENNIS

Annullata nel 2020 a causa della pandemia, la Davis tornerà a battere cassa dal 25 novembre al 5 dicembre, ridistribuita in tre location: Torino e Innsbruck ospiteranno due gironi di triangolare e un quarto di finale ciascuno, Madrid due gironi, i restanti due quarti, semifinali e finale. L’Italia, inserita nel girone E con Stati Uniti e Colombia, disputerà le proprie gara al Palasport Olimpico di Torino (lo stesso che la settimana precedente ospiterà le ATP Finals). Qualora dovesse vincere il girone, andrebbe a scontrarsi con la vincente del girone D composto da Croazia, Ungheria e Australia, altrimenti se dovesse qualificarsi come seconda sfiderebbe una tra la vincente del girone A o B. La formula prevede infatti che si qualifichino per i quarti le prime di ogni girone più le due migliori seconde. Favorite d’obbligo la Spagna, detentrice del trofeo (ma probabilmente senza Rafa Nadal, decisivo nel 2019 nella vittoria in finale per 2-0 sul Canada), e naturalmente la Serbia di Nole Djokovic, con Canada, Francia e Stati Uniti subito a ruota. Chiaro però che molto dipenderà dalla presenza o meno dei migliori tennisti al mondo: la Davis sarà pure cambiata, ma messa al termine di una stagione lunga, logorante e decisamente complicata potrebbe suggerire a tanti big di restarne fuori.

L’ITALIA NON VUOL FARE LA COMPARSA

L’Italia guidata da Filippo Volandri, chiamato a raccogliere l’eredità di Corrado Barazzutti (che ha passato la mano dopo 20 anni), vorrà essere protagonista, forte anche di una nuova generazione di tennisti che ha già fatto vedere cose straordinarie, pensando ai risultati ottenuti in stagione da Matteo Berrettini e Jannik Sinner (senza dimenticare Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti, Gianluca Mager, Marco Cecchinato e l’inossidabile Andreas Seppi). E la prospettiva di giocare in casa potrebbe ulteriormente stimolare la comitiva azzurra a spingersi oltre i propri limiti. L’Italia si è qualificata alla fase finale grazie al netto successo ottenuto sulla Corea del Sud nel marzo del 2020.

UN TRANQUILLO WEEK-END DI SPAREGGI

Il regolamento prevede che alla Coppa Davis 2022 si qualificheranno di diritto le due finaliste, mentre le altre 14 squadre usciranno dal turno preliminare (la formula verrà ridotta a 16 squadre, con 4 gironi da quattro squadre) che vedrà in campo anche le formazioni vincitrici dei play-off del World Group I, impegnate proprio in questo week-end nell’ultimo turno di qualificazione. Tra i tennisti più attesi c’è Casper Ruud (numero 11 ATP) che guida la Norvegia a contro l’Uzbekistan di Istomin, mentre l’Argentina contro la Bielorussia schiererà il numero 14 al mondo Diego Schwartzman e pure il giovane Federico Coria, fratello del ben più noto Guillermo. Nell’Olanda che va a sfidare l’Uruguay a domicilio ci sarà la rivelazione dell’ultimo US Open Botic Van de Zandschulp, l’unico ad aver conquistato un set contro Medvedev nel torneo slam vinto dal russo. Israele e Giappone si sono già qualificate battendo Ucraina e Pakistan nei match disputati a marzo: le restanti 10 vincitrici confluiranno in un ranking dove le prime 8 si qualificheranno direttamente per gli spareggi di marzo 2022 contro le 16 formazioni in arrivo dal tabellone principale, mentre le restanti 4 formazioni si sfideranno in un ulteriore spareggio a novembre per completare il quadro delle 26 partecipanti. Nelle sfide di World Group II copertina tutta dedicata a Stefanos Tsitsipas, il numero 3 ATP che guiderà la Grecia contro la Lituania. Curiosità per il baby svizzero Dominik Stricker, numero 287 al mondo, vincitore del Roland Garros jr. 2020, in campo contro l’Estonia.

(Credits: Getty Imeges)

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