EUROVOLLEY ITALIA-SLOVENIA: ALLA FAVOLA AZZURRA MANCA L’ULTIMO CAPITOLO

Submitted by Anonymous on Sun, 09/19/2021 - 12:16
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Redazione
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Sognare non costa nulla, ma l’Italia di Fefè De Giorgi è già andata al di là di qualsivoglia aspettativa. Perché in poco più di un mese di lavoro la nuova creatura Azzurra ha fatto passi da gigante: EuroVolley 2021 doveva essere solo la prima tappa di un percorso che si preannuncia lungo e tortuoso, con un ricambio generazionale tale da concedere alla giovane Italia qualsiasi attenuante in caso di uscita anticipata. E invece proprio l’incoscienza de giovani, l‘esuberanza e la leggerezza nell’affrontare certe partite ha consentito loro di spingersi oltre più rosea previsione. Stasera a Katowice i baby terribili di Fefè sfideranno la Slovenia in una finale che in pochi potevano pronosticare: di fronte un organico di prospettiva che sta vivendo un Europeo da sogno contro una delle compagini più esperte e navigate del continente, capace di salire di colpi nel momento in cui si è alzata l’asticella. L’unica certezza, indipendentemente da chi la spunterà, è che a far festa sarà un allenatore italiano: Fefè De Giorgi ritroverà sulla panchina opposta Alberto Giuliani, che ne raccolse l’eredità nel 2011 sulla panchina della Lube (entrambi nelle Marche hanno vinto due scudetti a testa), affrontato e battuto lo scorso 8 settembre nella gara del girone eliminatorio. Ma quella era davvero tutta un’altra storia.

STERN E URNAUT, ATTENTI AI MARTELLI

La finale di stasera è inattesa da un lato, meno dall’altro. Perché per la Slovenia quella odierna sarà la terza finale nelle ultime tre edizioni della rassegna continentale: ko. con la Francia nel 2015 (allora era allenata da Andrea Giani), ko. con la Serbia nel 2019 (e c’era già Giuliani in panca), ora spera di sfatare il tabù e coronare un percorso che ha dell’incredibile, pensando alle difficoltà mostrate nella prima fase e ben rappresentate dal 3-0 subito proprio ad opera dell’Italia (ma c’era stato già un altro ko. per 3-1 con la Repubblica Ceca). La riscossa è partita agli ottavi, quando è arrivato un 3-1 Croazia, cui ha fatto seguito un netto 3-0 nella rivincita contro i cechi. Il capolavoro però i ragazzi di Giuliani l’hanno servito ieri in semifinale nel catino di Katowice, battendo in rimonta per 3-1 i padroni di casa della Polonia, grande favorita per la vittoria finale. Un successo con contorni epici, come dimostrano i parziali del secondo set (vinto 32-30 dopo aver concesso 7 palle set ai rivali) e soprattutto il 37-35 del quarto e decisivo set, con gli sloveni bravi a concretizzare l’11esima palla match a loro disposizione dopo una battaglia di nervi al limiti dell’inverosimile. Tanto che il dubbio della vigilia della finale verte proprio su questo punto: riuscirà la Slovenia a ritrovare le energie dopo una simile battaglia? Di sicuro c’è che Giuliani ha ritrovato nelle gare che contano tutta la classe e l’esperienza di Toncek Stern e Tine Urnaut: il primo, appena trasferitosi da Padova a Piacenza, ha letteralmente sbriciolato la difesa polacca con percentuali altissime, il secondo ha mostrato tutta la sua classe prendendo per mano i compagni nei momenti più delicati del match. Decisivo è stato però l’apporto di Klemen Cebulj, il cui europeo era cominciato in sordina, ma che strada facendo ha ritrovare la vena realizzativa dei giorni migliori (decisivo un suo ace alla fine del secondo set, ripescato dal challenge dopo una chiamata fuori arbitrale). L’unico dubbio di Giuliani è in regia: Dejan Vincic in semifinale è uscito di scena al termine di un disastroso primo set, sostituito da Gregor Ropret che ha risposto presente. Probabile che stasera tocchi a quest’ultimo partire titolare.

GIOVANI, BELLI E SENZA PAURA

Dubbi di formazione non ce ne sono per De Giorgi, che continua a vivere la favola Azzurra forte di un collettivo che seppur giovane sta offrendo al mondo una mentalità e una sicurezza nei propri mezzi fuori dal comune. In semifinale contro la Serbia è tornato a dettar legge Alessandro Michieletto, il più giovane della banda (compirà 20 anni a dicembre), capace di chiudere col 55% in attacco e il 48% in ricezione, confezionando un ace e quattro muri. Lui e Giulio Pinali, l’opposto che alla prima ribalta internazionale ha mostrato una crescita esponenziale (e nelle gare a eliminazione diretta è diventato ancor più decisivo), rappresentano il presente e il futuro di una nazionale che poggia sulle mani di capitan Giannelli, probabilmente oggi il miglior palleggiatore al mondo, spesso efficace anche al servizio. La semifinale con i serbi ha confermato inoltre che la coppia di centrali composta da Anzani e Galassi può competere senza alcun timore al cospetto dei più grandi d’Europa, così come ha ribadito che Fabio Balaso nel ruolo di libero è un investimento sicuro per l’avvenire. Determinante, infine, sarà la prova di Daniele Lavia: con la Serbia è stato prezioso in difesa (52% di positività in ricezione) e meno appariscente in avanti, ma è un altro tassello di straordinaria importanza in tutte e due le fasi. L’Italia, che nelle 8 gare sin qui disputate ha lasciato per strada appena 3 set, è l’unica imbattuta del torneo: a De Giorgi nessuno chiedeva una medaglia, ma adesso che sente l’odore dell’oro è pronto ad afferrarlo e impreziosire un’estate che a livello sportivo resterà scolpita negli annali. E soprattutto a cancellare 16 anni di attesa dall’ultimo trionfo, quello del 2005 degli azzurri di Montali contro la Russia. Dopotutto alla favola manca solo l’ultimo capitolo…

(Credits: Getty Images)

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