IL TENNIS DOPO FEDERER, NADAL E DJOKOVIC: TOCCA AI MILLENNIALS

Submitted by Anonymous on Mon, 09/20/2021 - 12:00
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Redazione
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Prima o poi accadrà per davvero: i tre tenori dovranno appendere la racchetta al chiodo, e il tennis per un attimo (o forse più) vivrà un senso di smarrimento e incompiutezza come mai non l’ha avuto prima. Perché d’accordo, nulla è eterno, ma pensare a un mondo senza Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic fa da un lato tristezza, mentre dall’altro mette quasi paura. Loro sono i fuoriclasse che hanno riscritto la storia della disciplina negli ultimi 20 anni, quelli che hanno ispirato milioni di piccoli tennisti e appassionato intere generazioni, per la felicità di sponsor, tv e media. Il tempo però passa per tutti, e mentre Federer nel 2021 ha collezionato la miseria di 13 incontri, decidendo di andare di nuovo sotto i ferri e dare appuntamento al 2022 (non senza incognite), Nadal si è fermato poco più su a 2, vincendo due titoli (l’ATP 500 di Barcellona e il Master 1000 di Roma) ma a sua volta decidendo di fermarsi prima degli US Open per risolvere una volta per tutti i problemi al piede sinistro. L’ultimo baluardo, insomma, è rimasto Djokovic, andando a un passo dal clamoroso Grande Slam che solo un sontuoso Medvedev gli ha impedito di conquistare, battendolo nella finale dell’US Open dopo che il serbo aveva fatto suoi in stagione gli altri tre tornei dello slam (Australian Open, Roland Garros e Wimbledon). Dei tre dopotutto è il più giovane (ha compiuto 34 anni a maggio) ed è quello con maggiori possibilità di diventare il detentore del maggior numero di slam all time, staccando i rivali con i quali al momento condivide 20 titoli a testa. C’è però chi è pronto a sostenere che anche Nole sia prossimo al tramonto, magari complice la grande delusione per le mancate vittorie a Tokyo e all’US Open. Ad ogni modo, di dati per provare a capire chi ne raccoglierà la pesantissima eredità cominciano ad essercene a iosa.

ALLA CONQUISTA DEL NUMERO UNO

Logico partire da Danil Medvedev, e non solo per la recente vittoria di Flushing Meadows. L’anomalia semmai era data dal fatto che sino a una settimana fa il russo non aveva ancora vinto nemmeno un titolo dello slam, pur essendo uno dei tennisti più forti e completi in circolazione. Medvedev in realtà non è poi tanto giovane: compirà 26 anni a febbraio e solo negli ultimi tre anni ha cominciato a vincere, passando anche per una flessione in concomitanza con la ripartenza post Covid, poi scacciata via con la vittoria alle ATP Finals dello scorso novembre. Sulla carta nel 2022 lo attende un futuro da numero 1 mondiale, anche perché Djokovic avrà tantissimi punti da difendere (soprattutto quelli degli slam) ed è facile immaginare che possa retrocedere alle sue spalle, a meno che non faccia filotto come avvenuto nella prima metà del 2021. Chi avrà invece molto da guadagnare, eredità di una stagione ondivaga, è Stefanos Tsitsipas: il greco ha talento in abbondanza, è forte sulla terra e solido sul cemento, ha lampi di classe pura ma alterna prestazioni da urlo a inspiegabili blackout. 23 anni compiuti ad agosto, della cosiddetta Next Gen è probabilmente quello con le maggiori possibilità di diventare dominante, ma dipenderà tutto dalla sua testa. E soprattutto dovrà sbloccarsi negli slam, dove vanta una sola finale, quella persa a Parigi a giugno contro Djokovic dopo essere stato avanti di due set.

ZVERVE E THIEM, ORA O MAI PIÙ

Il tennis di origine austro-tedesca ha raccontato in passato di campioni del calibro di Boris Becker, Michael Stick o Thomas Muster e oggi poggia sulle spalle di Alexsander Zverev e Dominic Thiem. Che vantano in bacheca una finale dello slam da avversari, quella vinta da Thiem a New York nel 2020, ma che attendono ancora il definitivo salto di qualità. Zverev sin qui ha fatto incetta di Masters 1000 (ben 5) ma è mancato nei grandi appuntamenti, consolandosi con la medaglia d’oro conquistata ai Giochi di Tokyo. Thiem, che non è nemmeno più di primo pelo (ha compiuto 28 anni a settembre), a detta di molti è l’erede di Nadal sulla terra, ma ha perso tutte le finali giocate a Parigi in carriera e soprattutto ha vissuto un 2021 condizionato dagli infortuni. L’anno che verrà potrebbe rappresentare l’ultima chiamata.

I MILLENNIALS ALLA PROVA DEL NOVE

Provare a guardare più in là non è semplice, specie in una disciplina come il tennis dove gli exploit sono all’ordine del giorno, ma dove è difficilissimo riconfermarsi. Eppure qualche solida certezza potrebbero offrirla Matteo Berrettini e Felix Auger-Aliassime. Il tennista romano è la grande rivelazione del 2021: non ci fosse stato Djokovic, che l’ha affrontato e battuto in tutti i confronti diretti disputati negli slam, avrebbe messo Wimbledon in bacheca e forse anche qualcos’altro. Auger-Aliassime, classe 2000 (è nato l’8 agosto, come Federer…), padre togolese e madre canadese, è il millennial col potenziale maggiore: cresciuto sotto l’ala protettiva di Toni Nadal, zio di Rafa nonché suo allenatore, è atteso a una conferma importante dopo essere arrivato ormai alle porte della top 10. Lo stesso compito che attende Hubert Hurzack, polacco classe 1997, semifinalista a Wimbledon e vincitore al Masters 1000 di Miami a spese di Jannik Sinner, l’altro talento di casa Italia, fresco ventenne e ritenuto da molti un altro dei possibili big del futuro, quantomeno per il fatto di aver mandato a referto tanti record di precocità nei primi due anni di militanza nel circuito. L’Italia può calare anche il 19enne Lorenzo Musetti, oggi numero 57 al mondo, ma gli addetti ai lavori sono pronti a scommettere su altri due baby in rampa di lancio: lo spagnolo Carlos Alcazar, classe 2003, numero 38 e già ribattezzato l’erede di Nadal (giusto per mettergli un po’ di pressione…), e l’americano Sebastian Korda, numero 42, figlio di Petr (tennista ceco che vinse l’Australian Open nel 1998) ma già pronto a diventare grande da solo. Chiunque riuscirà a sfondare avrà un compito arduo: quello di non far rimpiangere i tre tenori (e di per sé appare quasi impossibile) e soprattutto di far avvicinare nuovi appassionati, oltre a non disperdere quelli che hanno amato il tennis negli ultimi 20 anni. Tanti auguri, cari ragazzi…

(Credits: Getty Images)

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