Lunga vita a John Goodman, che oggi compie 70 anni e che ne dimostra anche meno, specie pensando alla trasformazione fisica che ha saputo completare negli ultimi due anni. Una svolta radicale per l’attore originario del Missouri, ma stabilitosi da anni a New Orleans e con una passione che si perde nella notte dei tempi per i St. Louis Cardinals, la squadra di baseball che nell’estate del 2016 l’ha omaggiato persino con una serata speciale dedicata a lui.

Le luci del TD Garden si sono spente da poche ore, ma il mondo NBA corre sempre veloce. E adesso guarda con attenzione a ciò che accadrà nella notte italiana tra giovedì e venerdì prossimi, quando al Barclays Center (la casa dei Nets) andrà in scena il Draft 2022, con la recluta da parte delle trenta franchigie della lega dei migliori prospetti in uscita dalle università americane e più in generale da ogni parte del mondo.

A vederla sbucare fuori dalla passerella che l’ha portata sul ring posto in mezzo alla Reggia di Venaria Reale, quasi si faticava a riconoscere chi fosse più bella e incantevole. Se la reggia appunto, splendida costruzione del 1600 dell’architetto Amedeo di Castellamonte, dal 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco, o se Elisabetta Canalis, che il mondo ha conosciuto come velina di Striscia sul finire degli anni ’90, ma che a 40 anni e passa mostra ancora una bellezza e un fascino che non conoscono limiti.

King Matteo è il re di Londra: al Queen’s Club della capitale del Regno Unito Berrettini ha trionfato per la seconda volta consecutiva vincendo il suo settimo titolo Atp in carriera, il quarto sull’erba, un dato che lo rende uno specialista della superficie, considerando anche la finale raggiunta a Wimbledon l’anno scorso.

Torna in campo Martina Trevisan. A distanza di quasi tre settimane dall’ultimo match, la semifinale del Roland Garros persa contro Coco Gauff, l’azzurra debutterà domani mattina, lunedì 20 giugno, nel Wta 250 di Bad Homburg, sfidando al primo turno la romena Bianca Andreescu. Sarà un banco di prova niente male per la fiorentina, più adatta alla terra rossa che all’erba.

WTA 250 BAD HOMBURG TREVISAN ESAME SULL’ERBA

La firma di Paolo Maldini è sempre più necessaria e ogni secondo che passa rischia di essere deleterio per il futuro del Milan, almeno in apparenza. La situazione è nota: il direttore tecnico rossonero ha il contratto in scadenza il 30 giugno e come lui anche il suo più stretto collaboratore, il d.s. Frederic Massara, così al momento, i due sono in stand-by in attesa che sia la società a fare il primo passo, senza il quale nessuna operazione di mercato è possibile per il club campione d’Italia.

Kalidou Koulibaly non farà come Gonzalo Higuain e Maurizio Sarri, almeno non secondo le indiscrezioni che ha raccolto “Il Mattino”, in base al quale il difensore del Napoli avrebbe confidato agli amici, espressione che abitualmente i quotidiani utilizzano quando non possono riportare il virgolettato diretto dell’interessato, che alla Juventus non andrà mai. Niente tradimenti, insomma, da parte di chi, nel corso di questi anni, è diventato un idolo della tifoseria azzurra.

È entrata nelle LBA Finals da sfidante, ma ne è uscita da vincitrice oltre ogni ragionevole dubbio. Che poi alla fine è stata solo la resilienza della Virtus a impedire a Milano di far festa in anticipo, “costretta” ma ben contenta di posticipare i festeggiamenti davanti al pubblico amico. Così, in Forum davvero addobbato a festa, l’Olimpia ha messo le mani sul 29esimo scudetto, aspettando tra 12 mesi (chissà) l’appuntamento con la terza stella.

Erba di casa mia, cantava Massimo Ranieri. Erba di casa mia, canta Matteo Berrettini. Che al Queen’s, in omaggio alla Regina Vittoria, ha pensato bene di vestire una volta di più i panni del re: dal giorno in cui ha messo piede sui campi del circolo londinese, storia vecchia ormai di un anno, ha sempre e solo conosciuto successi.

A sentire chi di calcio ci capisce, Italia-Perù del Mondiale 1982 avrebbe dovuto essere una gara tutta in discesa per gli Azzurri di Bearzot. Perché quanto detto dalle prime due gare del girone galiziano andava in fondo nella direzione sperata: contro la Polonia all’Italia era mancato solo il gol, mentre i sudamericani avevano mostrato qualche limite caratteriale e tecnico al cospetto di un Camerun sempre più certezza e sempre meno rivelazione.